Complessità e dialogo, cronisti e mediatori
[#9] Da una gita a Genova a riflessioni sulla nostra identità
Ciao e benritrovat🪴!
Oggi siamo usciti di martedì e a un orario insolito. Mi sono preso anche io un giorno di riposo in più.
La scorsa uscita è stata una delle migliori in termini di statistiche: visualizzazioni, apertura delle mail e così via. Se vi va, mi raccontereste cosa vi è piaciuto e/o ha stuzzicato la vostra curiosità?
Ho una confessione da fare.
Non ero mai stato al Festival della Scienza di Genova prima di quest’anno. Sabato scorso, però, ho finalmente deciso di andarci. Da Torino ci vogliono un paio d’ore di treno e a Genova c’erano colleghə, amicə, persone che non vedevo da tanto tempo e persone nuove che ho conosciuto lì. Dovevo rimanere solo mezza giornata ma alla fine ho trovato ospitalità e sono ripartito il giorno dopo. Ah e poi c’è il festival, bellissimo.
Ho anche fatto un po’ di pubblicità alla newsletter, per cui abbiamo qualche nuovo alberello con noi. Tuttavia, siamo ancora pochini. Ho obiettivi ambizioni per questa newsletter, per cui finché non li raggiungeremo continuerò a ripetervelo:
se non lo hai ancora fatto, parla della Foresta, invita un po’ di gente a unirsi a noi e consigliala a chiunque!
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📃 In questa puntata
Riflessioni a partire da una giornata a Genova
La cosa in comune tra noi e gli scienziati
Eventi, appunti, nuovi magazine e offerte di lavoro
🌱Iniziamo
Ripensando alle persone che ho incontrato la scorsa settimana, mi sorprende sempre quanto possano essere diversi fra loro i profili professionali di chi comunica la scienza. A Genova c’era chi scrive per giornali, chi fa video su YouTube o ha una pagina Instagram, chi fa conferenze e tiene corsi, chi si occupa di laboratori per ragazzi, di progettazione museale o di installazioni artistico-scientifiche, chi lavora negli uffici di comunicazione di fondazioni, aziende o altri enti. E mi ha sempre interessato capire quali fossero le caratteristiche che accomunano tutte queste persone. Oltre alla passione per i festival, intendo. Ci sono definizioni che si possono dare e che tengano conto di questa diversità? Cosa può far vedere tutti questi alberi come un’unica foresta?
Per cui capitano a fagiolo due interviste che ho letto nelle scorse settimane.
La prima è a Enrico Pedemonte, giornalista scientifico di lungo corso che ha appena pubblicato il libro Paura della Scienza. Pedemonte descrive la sua visione sul modo in cui la scienza è ed è stata raccontata:
Troppo spesso i giornalisti e i divulgatori hanno descritto la scienza con occhio incantato, immersi nell’antica retorica dello scienziato indipendente impegnato coraggiosamente nella ricerca della verità. Senza rendersi conto che ormai la ricerca scientifica è largamente privatizzata, che i risultati non sono più un bene pubblico e che il potere economico ha spesso combattuto i risultati della ricerca scientifica quando questi confliggevano con i propri interessi. In questo contesto comunicare la scienza è diventato un problema sempre più complesso.
Comunicare la scienza non può più essere soltanto comunicarne i risultati, le scoperte o i suoi metodi. Quindi cosa dobbiamo fare, e soprattutto, come?
ogni cittadino segue percorsi individuali che lo portano talvolta ad aderire a nicchie di dissenso che negano la realtà in nome di visioni del mondo immaginarie. Di fronte a una realtà così complessa la comunicazione scientifica deve essere trasparente, non esitare a sottolineare i punti di incertezza, smetterla di affermare che la scienza è il libro della verità. Negli anni in cui la polarizzazione va crescendo, dobbiamo sforzarci capire le ragioni degli altri.
Punto fermo. Il primo e più fondamentale passo è il dialogo, e credo che una serie di professionalità diverse non possa che aprire finestre di dialogo tra le persone. Incontrarsi e discutere in un laboratorio o in una mostra, commentare un video o un post, leggere e rispondere a una newsletter (una a caso) sono strumenti non solo per far transitare un messaggio, ma anche per stimolare una risposta e portare avanti una conversazione.
La seconda intervista è invece stata fatta a Barbara Gallavotti, che invece dà una sua definizione di chi divulga la scienza:
noi divulgatori siamo dei cronisti, come coloro che nei secoli passati andavano al seguito dei grandi esploratori e raccontiamo quella che è in fondo una grande avventura, la ricerca. L’unica differenza è che adesso le esplorazioni sono soprattutto intellettuali.
Ma quali sono i mezzi, e quale posizione devono avere questi cronisti?
i media hanno consentito direttamente agli scienziati di intervenire, ma proprio qui sta il ruolo importante della divulgazione: sentire direttamente i protagonisti della ricerca è giusto, ma è altrettanto importante avere figure di mediazione professionali. (…) Il divulgatore può offrire uno sguardo esperto ma esterno. Tra chi svolge attività scientifica e chi la divulga non c'è competizione, ma una complementare diversità di ruoli che è molto utile alla comprensione pubblica.
Qui mi sembra ci siano un altro paio di punti fondamentali. Il primo è che ormai si parla di figure professionali, quindi mi sembra che si inizi a riconoscere le competenze e i profili di divulgatrici e divulgatori. Il secondo punto è invece legato al fine: la comprensione pubblica. Non solo una comprensione delle cose di scienza, ma anche dei meccanismi, delle storie e di quella complessità di cui parlava Pedemonte.
Quindi, aggiungo al mio taccuino questi appunti: comunicare la scienza è sempre più complesso, e necessita di capire le ragioni di ognunə. Chi lo fa è un cronista di esplorazioni intellettuali e una figura, ormai professionale, di mediazione. Comprensione pubblica.
Spero questi appunti possano essere d’aiuto anche a te. Se ti va, fammi sapere cosa ne pensi!
Prima di chiudere questo blocco però:
🍃 Passiamo a cose più serie
🎪 Eventi
Ad Aosta, continua anche a novembre La scienza non si rassegna
A Milano, dal 4 al 6 novembre c’è il Focus Live
A Cagliari dal 10 al 13 novembre si svolgerà il Cagliari FestivalScienza 2022
A Pordenone l’11 e il 12 novembre c’è Pordenonepensa Scienza 2022
A Bolzano, dall’11 al 13 novembre ci sarà Le mille e una scienza
👩🏽🎓 Formazione
A Milano, sono aperte le iscrizioni al Master in Comunicazione della Scienza e della Salute
Per medici e non solo, sono aperte le iscrizioni al corso online La comunicazione del rischio climatico
Ecco degli appunti per una comunicazione della scienza culturalmente rilevante
Swipe è una nuova rivista che parla di cds, è pensata per essere letta su mobile e sembra molto interessante
🏅 Grant, concorsi e premi
C’è ancora tempo (fino all’11 novembre) per partecipare all’History of Science Exhibiting Excellence Prize 2022
L’IIT ha indetto un concorso letterario dal nome bellissimo: FAHRENHEI.IIT, il racconto della scienza
💵 Opportunità di lavoro
A Milano, il Museo di Scienza e Tecnologia è alla ricerca di Animatore/trice scientifico/a
Sempre a Milano, Ciaopeople cerca un/una divulgatore/divulgatrice scientifico/a per nientepopodimeno che Geopop
A Bologna, il VPH Institute pare accetti ancora candidature come Science communicator
A Padova, il gruppo Pleiadi cerca Explainer didattici
A Roma, l’IRPPS ha aperto un bando per un assegno di ricerca per la disseminazione dei risultati del progetto E.A.T.S. e per lo sviluppo di pratiche di divulgazione scientifica
🌍 Internazionali
A Londra, WaterAid cerca una figura di Communication Planner (grazie per la segnalazione alla nostra inviata in UK Martina Colucci)
📭 Per oggi è tutto, ci risentiamo tra due settimane. Ciao!
Ehi tu!
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